Dal 15 al 20 ottobre | Torre Sulis
La mostra sarà visitabile dal martedì al sabato dalle 10.30 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 19.00 e la domenica dalle 16.00 alle 19.00
Toto Porcu, avvocato con l’hobby della fotografia e molta curiosità per la vita, dopo aver regalato preziose mostre fotografiche e diversi riconoscimenti internazionali, dal 15 sino al 20 ottobre presenterà presso la Torre di Sulis di Alghero, un ventaglio di sessanta scatti che rivelano la quotidianeità, l’arte, i riti delle genti prenuragiche. La mostra nasce dalla selezione di migliaia di scatti, ed è sostenuta e incoraggiata dal professore emerito Ercole Contu che l’ha definita «monumentale e di eccezionale valore», tanto che sul tema: “Segni e significati dell’arte in Sardegna prima dei Nuraghi” se ne parlerà il prossimo 15, alle 17,30 nella sala Torre di Sulis.
Contu è il signore dell’archeologia il mentore del quale l’avvocato Porcu ha seguito per anni le orme ripercorrendole e fermando le immagini su quanto Contu scopriva e scoprendo, casualmente, piccoli Sinnos sfuggiti all’occhio esperto, segni a volte rivelatori. Una passione lontana, quella del penalista che ama la solitudine, i silenzi e le luci filtrate degli abissi così come quelli polverosi che si infilano nelle grotte che sanno di terra umida ed emozionano perchè trasmettono ancora aliti di vita. Il percorso è ambientato per domus de janas, dolmen e menhir scorrazzando per tutta la Sardegna, da Pimentel a Monte d’Accoddi e oggi Toto Porcu sente il bisogno di condividere, offrire ancora una volta soprattutto ai giovani un’occasione di riflessione soffermandosi sulle genti che hanno calpestato e rispettato la loro terra 6000-1800 anni A.C. . Ecco che nel grande spazio c’è il mondo preistorico della Sardegna con le sue espressioni di arte, di culto, la quotidianeità e la cura per i morti. Un mondo che non ha conosciuto a lungo contaminazioni perchè il Dna dell’uomo, in ogni era, porta un comun denominatore che si esprime con gli stessi segni. E quei segni appartengono magicamente a tutti, come se un’idea potesse bucare gli orizzonti, attraversandoli. «Spesso gli studiosi hanno avuto la tentazione di spiegare il mondo preistorico della Sardegna riferendosi ad altro, niente di più errato – spiega il professor Ercole Contu – la Sardegna ha una sua precisa identità e ha sviluppato qualcosa degno di nota, anche prima dei nuraghi, in ambito locale, mediterraneo e mondiale». Così questa mostra aprirà un’altra porticina sul nostro passato.
Il Comune di Alghero sostiene direttamente e concede il patrocinio per l’organizzazione di eventi culturali, turistici, nonché per la promozione di manifestazioni, iniziative, attività ed eventi di vario tipo per il perseguimento delle finalità sopra esposte; Le domus de Janas costituiscono, quindi, una parte importante e significativa del patrimonio culturale della Regione Sardegna non solo per la loro valenza storico archeologica ma anche perché, essendo diffuse in gran parte del territorio regionale, costituiscono parte integrante dei suoi caratteri identitari. Le domus de janas decorate costituiscono, inoltre, per la qualità e la pregevolezza delle opere d’arte che contengono, un patrimonio storico, culturale ed artistico di altissimo valore e significato nell’ambito del bacino del Mediterraneo. La conoscenza delle domus de janas è progredita notevolmente nel corso degli ultimi decenni sotto il profilo scientifico e culturale, pur tuttavia esse non sono ancora conosciute al grande pubblico e la loro valorizzazione è ancora limitata al alcune realtà. Emerge l’esigenza, sempre più crescente, di valorizzare tutto questo immenso patrimonio di oltre 3500 siti di cui almeno 300 rientrano nella categoria delle domus dipinte e/o decorate. Esiste un grande patrimonio di conoscenze scientifiche e culturali che può e deve essere posto a disposizione dei territori per una valorizzazione culturale, sociale e turistica di questi siti che costituiscono un unicum nel contesto del patrimonio culturale italiano. La valorizzazione delle domus de Janas, decorate e non, deve avviarsi attraverso un riconoscimento della loro importanza e significatività non solo a livello nazionale ma anche internazionale, attraverso il loro riconoscimento quale patrimonio dell’umanità, iscrivendole nell’elenco dei siti Unesco, come manifestazioni dell’Arte ed Architettura nella Preistoria della Sardegna. Le domus de janas”.
Ci sarà tempo anche per parlare dei graffiti ritrovati presso la Grotta Verde in procinto di apertura e la relazione sarà presentata dal dott. Pietro Alfonso, archeologo e funzionario del Comune di Alghero.
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