Caricamento Eventi

DA PUMAKKALE AD ALGHERO – Mostra di Pittura di Mario Mulas

DA PUMAKKALE AD ALGHERO – Mostra di Pittura di Mario Mulas

Dal 9 al 18 agosto dalle ore 10.00 alle ore 13.00 nel mattino e dalle 18.00 alle 23.00 la sera, la Torre Sulis con nello sfondo il magnifico mare della città di Alghero sarà teatro della mostra del pittore sardo Mario Mulas. L’artista 68enne originario di Ittiri esprime attraverso le sue opere i suoi sentimenti, la sua sensibilità, in particolare su grandi tematiche ambientali e sociali.

Nato a Ittiri il 15 luglio del 1957 dove vive fino all’età di otto anni dopo di che la sua famiglia si trasferisce alla vicina città di Alghero. Già in giovane età manifesta la sua predisposizione al disegno, ha cinque anni quando esegue un ritratto ricavandolo da un una vecchia stampa trovata in casa, l’interesse suscitato stimola la sua curiosità per questa sua attitudine e così per gioco inizia a cimentarsi nel disegno. Ad Alghero quasi per caso viene iscritto alla Scuola Media annessa alla Scuola dell’Arte. É qui che ha i primi approcci con quelle nozioni che lo accompagneranno per tutto il suo cammino artistico, qui nascono quegli stimoli che gli fanno pregustare quello che crede che dovrà essere il suo futuro. Qui riceve i primi rudimenti della modellazione ed una visione ad alcune forme dell’arte figurativa. Purtroppo contrariamente al suo desiderio viene indirizzato a studi tecnici, ciò argina seppur temporaneamente la sua vera passione. Completati gli studi segue il lavoro per l’indirizzo tecnico conseguito con la scuola; inizia così un lungo peregrinare per il mondo, ma la sua vera natura non può essere frenata, lotta dunque contro le difficoltà che gli si presentano volta per volta al fine di conciliare il lavoro con l’arte. Nei paesi in cui approda per periodi più o meno lunghi, ha occasione di confrontarsi con diverse realtà e culture traendo ciò che costituirà il suo bagaglio interpersonale, quale precipuo sprone creativo delle sue tele. La sua arte si accosta a visioni metafisiche e surrealiste pur mantenendo un carattere altamente identificativo che progressivamente affina ed elabora.

In questi anni ha partecipato ad alcune collettive e organizzato delle personali in diverse località:

  • 1981 Personale ad Alghero SS presso locali privati
  • 1982 Personale a Sermide MN presso Palazzo Municipale;
  • 1984 – Collettiva ad Ossi – SS presso locali del Comune di Ossi;
  • 2003 – Personale a Pula – CA presso “Casa Frau“, Comune di Pula;
  • 2005 Personale ad Alghero SS presso locali espositivi del Mercato Civico
  • 2005 Collettiva a Sarroch – CA presso Villa Siotto, Palazzo Municipale;
  • 2017 Personale ad Alghero SS presso Sale Esposizioni del “Quarter”;
  • 2019 – Personale a Pula CA presso Sala Esposizioni “Casa Frau”;
  • 2021 Esposizione a Tempio Pausania SS presso Hotel Vallicciola, Festival Internazionale Ottobre in Poesia.
  • 2021 Esposizione a Ossi SS presso Parco Fundone, Collettiva d’arte contemporanea “.
  • 2023 Esposizione ad Alghero SS presso Torre di Sulis.
  • 2024 Esposizione ad Alghero SS presso Centro Comitato di Sa Segada


ERMENEUTICA DEL RIFIUTO 

L’ermeneutica pittorica in Mario Mulas è ermeneutica del silenzio, perché il tentativo perenne di evasione dal visibile pur coi piedi nelle borgate del reale è di per sé un lungo monologo surrealista, oppure, per buona pace dei catalogatori, la scultura del desiderio. Posto che per desiderio s’intenda l’inclinazione intimista, muta, tesa a circuitare il creato, a generare un tilt che si attagli al rifiuto della cosa così com’è fatta, così com’è concepita, tradotta, voluta e infine imposta

Mulas sa perfettamente di non potersi sottrarre alla lezione di Modigliani, difatti artiglia l’insegnamento: i suoi lunghi colli ora insistono su un circostante ben strutturato, tra il distopico e il paradisiaco, tra l’ossessione algida della grazia e un calore cromatico riparatore, talché nell’assunto filosofico del collo come ponte tra corpo e mente ora si possa spaziare pensando alla congiunzione tra il reale esatto e quello bramato dall’artista. Artista che non scende a compromessi con l’aspettativa dello scontato visibile e come estrema provocazione lo fa implodere

Jean Cocteau aveva ragione quando riferendosi agli allungamenti e alle distorsioni fisiche nei soggetti di Modigliani assolveva l’autore da ogni spietatezza artistica. Sarebbe più ponderato pensare che proprio in ciò non esista l’autore in quanto tale, in quanto esercizio di se stesso, o peggio, produttore d’arte. Sarebbe più ponderato pensare che proprio qui i ponti tra l’etica e l’estetica si sgretolassero: ad esserci è solo un cuore senza battesimo e senza nome.
Giuseppe Cristaldi