I N E F F I G I E
progetto di Lorenzo Mori
cura di Roberta Locci
con Michela Atzeni
abito Marco Nateri
IN EFFIGIE mette in relazione un abito di stoffa, un luogo di rappresentazione e l’immaginazione creativa di chi lo osserva. L’abito è un involucro vuoto, senza corpo visibile; ha delle fattezze che richiamano ciò che è un abito femminile nell’immaginario infantile e fiabesco. E’ vuoto ma occupa con la sua presenza la scena. E’ discreto e apparentemente poco ingombrante , se non fosse che, per il suo essere vuoto, si presta ad essere riempito di ogni possibile immaginario e racconto. Diviene presenza imbarazzante, famigliare, ossessione, capro espiatorio, sogno, oggetto di desiderio, nemico. Negli occhi di chi l’osserva si delinea come personaggio e a secondo di chi l’osserva racconta una biografia di donna sempre diversa. Una biografia “astratta” poiché data con segni indecifrabili, ma “concreta” poiché incarnata dallo sguardo dello spettatore. È un contenitore destinato a raccogliere ed essere riempito di senso e memoria. Un catalizzatore di desiderio. Un identità dipinta ad olio che non riesce a nascondere il suo “essere per la rappresentazione”, e contemporaneamente non riesce ad esserlo per colpa di quella faglia nel reale che la sua presenza – vuota – denota.
A un tempo: crosta di colore rappreso, soggetto di un quadro e fantasma di stoffa. E’ una macchia, un interstizio che apre un interrogativo su ciò che comunemente definiamo “identità”. Un Habitus. Un abito che deambula in uno spazio particolarmente sensibile a recepirne la molteplice natura: oggetto di rappresentazione, forza che resiste alla dissoluzione, agglomerato di memoria, canto di Orfeo, filo da rammendo per identità stramate.
In collaborazione con Associazione exPop Teatro XIV Ed. Festivalguer